youlaurea

Salone Internazionale del Libro di Torino

Torino, come ogni anno dal 1988, ospita il Salone Internazionale del Libro, promosso e coordinato dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura. La redazione di YouLaurea ne ha approfittato per vedere come le case editrici si pongono nei confronti della diffusione della cultura mediata dalle nuove tecnologie: tra LIM ed ebook quali sono le strategie di sviluppo per la didattica?

Giunge così alla sua ventiseiesima edizione, il Salone del Libro di Torino dedicato, quest’anno, alle “idee” o, meglio, alla fabbrica delle idee per vincere la crisi.
È nei momenti di crisi, infatti, che la creatività degli individui, giovani e adulti, diviene forza promotrice di novità e cambiamenti. È nei momenti di crisi, infatti, che l’umanità ha sempre trovato nuove strade per migliorarsi e ripartire.
“Dove osano le idee”. Non un interrogativo ma un’affermazione, che trasforma il Salone del Libro in un luogo di confronto e dibattito tra lettori, editori, studiosi e professionisti. In un dialogo tra istituzioni, economia, scrittura, scienza, tecnologia; ma anche arti figurative e applicate, architettura e design. Spazio, nell’anno del cookblogging, alla cucina e alla cultura.
Come YouLaurea abbiamo quindi voluto vedere con i nostri occhi il luogo dove osano le idee.

Seppur il clima non ha facilitato la visita al Salone e alle bellezze della città, va anzitutto sottolineato un dato: nell’era del digitale, il libro di carta continua ad attirare con forza l’attenzione dei lettori. Presso la fiera alcuni stand hanno proposto ai visitatori l’uso dei propri device per ebook (Sony e Kobo, per esempio) e camminando tra pagine e pagine, ci siamo domandati se potremmo immaginare in futuro un Salone Internazionale del Libro in cui siano esposti solo ebook. Riscuoterebbe lo stesso successo e attenzione?
Difficile dare una risposta realistica e allora meglio soffermarsi su come il Salone si sia caratterizzato per importanti momenti di confronto, punti di incontro e di raccolta delle produzioni principali e secondarie del panorama editoriale italiano. Si notano libri e autori già affermati e se ne scoprono di nuovi alla ricerca di testi originali, nuovi. È se è vero che non è tutto oro quello che luccica, si può dire di intravedere un po’ di Eldorado nella città del Gianduia.

Il presente dell’editoria e del libro

Difficile dire cosa accadrà domani, in un’era di continua e costante accelerazione tecnologica.
Ma una domanda è legittimo porsi: quali sono gli scenari futuri della tecnologia nella scuola? Dino Baldi (responsabile del dipartimento Giunti Scuola) suggerisce di procedere con cautela: non abbiamo la possibilità di verificare rapidamente gli effetti di una tecnologia piuttosto di un’altra.
Si cerchi allora di valorizzare le competenze interne considerando che molti autori scolastici sono insegnanti: si valuti con loro quali possono essere nuovi modelli e strumenti di insegnamento e apprendimento. Si provi ad essere agnostici rispetto alla tecnologia.
Il ruolo dell’editore, allora, non consiste nel proporre contenuti su contenuti, ma riflettere, ragionare e scegliere con attenzione quali contenuti siano utili.
Compito della scuola e delle case editrici, inoltre, è di lavorare congiuntamente al fine di individuare gli strumenti migliori di supporto allo studio, di concerto con chi – l’insegnante – lavora quotidianamente a contatto con i fruitori di quei prodotti: gli studenti.
Di stesso avviso anche Bruno Mari, direttore di Giunti, che ricorda come sia necessario investire con attenzione sul digitale considerando che non tutte le famiglie italiane hanno o sanno utilizzare le tecnologie. È in corso un analfabetismo di ritorno che potrebbe portare allo sviluppo di due percorsi che procedono in direzione opposta: da un lato la tecnologia cresce e va avanti; dall’altro gli utenti non la usano o la usano diversamente da come si vorrebbe/si dovrebbe.
20130520-075736.jpg
Ma, sopra tutto, è importante investire su contenuti di qualità e non solo di quantità. Lo afferma Giorgio Giannotto, Direttore editoriale di Codice Edizioni. In caso contrario l’editore può anche chiudere qui la sua carriera, non svolgendo a pieno la sua missione. La qualità, inoltre, unita al libero scambio (che non implica necessariamente, lo scambio gratis ndr) può contribuire a creare generazioni in grado di rivoluzionare la società.
Uno scambio, dunque, all’insegna dell’open access, con investimenti anche istituzionali sulla creazione di piattaforme per la libera circolazione del sapere (il progetto Federica WebLearning, ne è un esempio in Italia, ndr).

20130520-075303.jpg

Così pure Maurizio Ferraris, professore di Filosofia Teoretica all’Università di Torino, ricorda come un tempo chi non disponeva di una biblioteca in casa non poteva accedere ai testi e alla conoscenza, mentre oggi grazie al digitale l’accesso fisico al sapere è reso più semplice e immediato. Non stiamo parlando solo di una conoscenza cumulativa poiché la Rete è anche spazio di opinioni, in cui esercitare le proprie capacità critiche. In un certo senso è una manifestazione di illuminismo, perché non solo dà la possibilità di accostarsi al sapere ma impone anche un uso critico. È sempre necessario continuare a ragionare con la propria testa anche se l’ambiente digitale può rendere difficoltoso questo atto, ostacolando talvolta la concentrazione.
Come evitare questi problemi allora? Gino Roncaglia, collaboratore di Rai Educational e direttore scientifico del corso on line “Il futuro del libro: dai testi in rete agli e-book”, è chiaro: è necessario sviluppare interfacce che non creino confusione o distrazione. Ma bisogna anche intervenire in una sorta di protezione da un certo tipo di contenuti frammentati che il digitale propone: salvaguardare i contenuti complessi, che hanno bisogno di essere fruiti in un ambiente protetto, non distrattivo. Qui la scuola dovrebbe porsi dunque come una palestra che abitua lo studente a ragionare con la complessità. Il libro di testo scolastico è sicuramente una forma di contenuto complesso, ma non l’unica. Tutto dipende dall’uso che si fa di uno strumento, e il digitale, se sfruttato correttamente, può essere un mezzo di supporto utile per il testo.

Ma il libro è il solo strumento per consentire alle idee di osare? Il Salone Internazionale del Libro di Torino ne ha mostrati anche altri di cui vi daremo conto nella seconda parte del nostro reportage :)

Per adesso condividete con noi il vostro parere sull’editoria contemporanea e se siete andati al Salone del Libro, raccontateci la vostra esperienza :)

Commenti (1)

  1. Pingback: Salone Internazionale del Libro - le interviste di YouLaurea

Inserisci un commento

Nome

Email

Sito Web

Commento


I campi Nome ed E-mail sono obbligatori, l'E-mail non sarà mostrata.