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YouTube: otto anni di cultura video

A distanza di otto anni YouTube si conferma come il principale portale di distribuzione e condivisione di contenuti audiovisuali. Nel corso della sua vita è mutata anche la tipologia di video caricati: da brevi clip, di pochi minuti, a veri e propri lungometraggi, anche cinematografici. Uno strumento di condivisione culturale ma anche di comunicazione sociale e politica.
Lo strumento “video” si concretizza sempre più come il preferito dagli utenti per poter apprendere e conoscere. È al terzo posto come sito più visitato dagli utenti della Rete, dopo Google e Facebook. La sua è una storia fatta di immagini, suoni e testi. Ma, soprattutto, di volti e creatività.

Il boom del video-sharing è stato reso possibile prevalentemente grazie alla comparsa di due tecnologie, una hardware e l’altra software. La prima, fu la diffusione sui telefonini – medium già molto diffuso – di videocamere integrate che permettevano – con qualità sempre più alta – di catturare qualsiasi frammento della realtà in ogni momento. Subentra poi la seconda tecnologia, quella software, ovvero i siti di “upload & share”, di “caricamento e condivisione”. Il capofila in questo campo è stato senz’altro YouTube.
Il ruolo che svolge nelle nostre pratiche web quotidiane mostra come tale strumento sia divenuto il luogo di relazione e manifestazione della cultura popolare. Ogni utente si accosta a questo sito con propri scopi e propositi, contribuendo a costruire un sistema culturale dinamico, una vera e propria cultura partecipativa. Gli utenti, quindi, collegando il proprio telefonino alla Rete, possono immediatamente caricare sul Web il proprio filmato e condividerlo con il popolo di Internet che potrà votarlo e commentare. La cronaca giornalistica (compresa quella tradizionale di televisione e giornali) ha, inoltre, registrato numerosi casi di filmati amatoriali divenuti noti in tutto il mondo, perché simpatici, allegri, curiosi etc. Gruppi di persone si incontrano per realizzare alcune esibizioni da videoriprendere e diffondere in Rete: è il fenomeno dei flash mobs, gruppi di soggetti che organizzano manifestazioni improvvisate in strada. Ma vi sono anche interessi più individualistici, quale può essere il divenire “noti” e raggiungere il successo. YouTube diviene allora il luogo adatto per raggiungere questi scopi, anche a seguito di quella che è stata definita “democratizzazione della produzione culturale”, ovvero l’accesso per tutti alle tecnologie di produzione.

Lanciato il 15 febbraio del 2005 da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim, YouTube ha ben presto conquistato la fiducia degli utenti, superando il concorrente Google Video e ponendosi oggi come il terzo sito più visitato, dopo Google e Facebook. Nel 2006 viene acquistato proprio da Google che concretizza così il successo del principale motore di ricerca di contenuti video. YouTube si presenta in un primo momento con il motto “l’archivio dei tuoi video digitali”. La sua nascita non è contrassegnata da particolare clamore, ponendosi nel settore tecnologico ancora poco sfruttato della condivisione online dei video.
Di lì a poco diviene il portale nel quale è possibile “produrre se stessi”, il che lo conduce ad acquisire un nuovo motto: broadcast yourself. Uno dei motivi del suo successo è da individuare proprio in questa caratteristica di “sociabilità” dei video, ovvero la possibilità di commentarli, condividerli, includerli e votarli.

La copertina del TIME. Person of the Year 2007

Più di ogni altro sito, YouTube ha assunto un’enorme importanza culturale negli ultimi anni, considerando che è divenuto anche uno degli strumenti più ambiti per raggiungere l’audience giovanile. Nel suo nome vi è un evidente richiamo al tube, il tubo catodico, ovvero la televisione: e non è un caso che grande parte dei contenuti video presenti su YouTube sono ripresi dai tradizionali canali televisivi di tutto il mondo. Diviene ben presto lo strumento in grado di concretizzare il noto pensiero di Andy Warhol: tutti noi un giorno saremmo divenuti famosi. Tale è stata l’importanza del fenomeno YouTube che il Time si ispirò alla sua interfaccia per la tradizionale copertina della “Persona dell’Anno”, riferendosi non tanto al sito quanto al fenomeno dei contenuti creati dagli utenti.
La funzione del “canale”, oltre ad aver consentito agli utenti di creare un proprio spazio all’interno di YouTube (come se avessero la loro trasmissione televisiva), con tanto di playlist/palinsesto di video, è divenuto uno strumento molto utilizzato da Società, Enti, personaggi famosi e Istituzioni. Personaggi politici, cantanti, case discografiche e cinematografiche, associazioni no-profit etc., hanno creato il loro canale, la loro televisione web a basso costo.

Il primo video ad essere stato caricato su YouTube è intitolato “Me at the Zoo” e contiene tutte le caratteristiche del filmato amatoriale, al quale siamo stati abituati per decenni: piano fisso su un ragazzo che racconta una sua giornata allo Zoo. Ma negli anni sono stati caricati numerosi video che hanno riscosso particolare successo: dal NumaNumaDance, un simpatico giovanotto di grossa taglia che indossa delle cuffie audio e canta in playback una canzone, a “One Picture Every Day” in cui viene raccontato fotograficamente un possibile “anno di vita”.
I video più visti restano comunque quelli musicali, come il recente Gangnam Style che ha battuto il record del miliardo di visualizzazioni. YouTube ha consentito anche ad artisti emergenti di raggiungere la popolarità come Justin Bieber, nel campo della musica, o l’italiano Guglielmo Scilla. Ma il legame tra i due “tubi” (Rete e Tv) è sempre stretto come dimostra il caso di Clio Zammatteo, ventenne di Belluno, che dopo aver raggiunto il successo su YouTube con i suoi video-tutorial sul make-up è sbarcata sul canale televisivo Real Time.

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